Amo definirmi uno sperimentatore.
Come lo scienziato, che sceglie accuratamente le provette in laboratorio consapevole delle reazioni chimiche tra gli elementi,
anch'io scelgo, con meticolosità, passione e amore gli elementi musicali più pertinenti nei diversi contesti.
Ma nonostante la consapevolezza c'è sempre l'inevitabilità
nelle reazioni chimiche più conosciute.
Ed in quel momento ci si spinge oltre...
L'errore si può definire tale?
E se l'errore fosse l'innovazione?
Dall'innovazione nasce qualcosa di nuovo e nella convenzione viene accettato come normalità.
Il mio desiderio è quello di partire dal conosciuto e stravolgerlo.
Nasco venerdì 17 maggio nel 1996 e nel cielo c'era una bellissima luna piena.
Secondo un libro di superstizioni popolari (che persi molti anni fa...), nascere di venerdì 17 (e il numero fa già pensare...) e con la luna piena porterebbe al licantropismo (per il momento non ho avuto sintomi).
Mi chiamaronò Mirko (e poi aggiunserò... Di Fraia), in omaggio a mio nonno materno (che però aveva la C al posto della K), un formidabile batterista.
Siccome da piccolo non riuscivo a dire bene il mio nome lo stropicciavo; dicevo:
Mikkova, Micciova, Birboba [...] Biccobà.
Il mio pseudonimo prende dalle stroppiaciature che facevo da piccolo con il mio nome
Sin da piccino ho sempre amato la musica, ma il suo amore pratico lo scoprì alle medie; anche se avevo appena iniziato, per me leggere le note musicali era fluido come leggere i fumetti.
Il mio amore verso lo sperimentalismo sfocia nello studio della musica jazz.
Come genere "estemporaneo" ed imprevedibile mi ha fornito un'importante imprinting creativo ed è alla base della mia formazione musicale.
Ma il merito più grande del piacere che provo nello sperimentare deriva dall'aver ascoltato uno dei musicisti più creativi della storia del jazz (e personalmente di tutta la storia della musica).
La divinità (che così amo definire) che ha fatto sbocciare in me il seme della pazzia (in senso artistico...) è stato il clarinettista Anthony Joseph Sciacca (in arte Tony Scott).
Questo grande amore mi ha portato ha realizzare la tesi di laurea per il ciclo triennale in clarinetto jazz (30 ottobre 2019) presso il Conservatorio Niccolò Paganini di Genova.
Il titolo della tesi era Tony Scott - L'eredità Jazzistica diffusa in Oriente e in Europa con relatore Andrea Pozza.
Per ironia della sorte, sempre lo stesso giorno ma a due anni di distanza, ho conseguito la tesi di laurea per il ciclo biennale in composizione jazz sempre presso lo stesso conservatorio.
Il titolo della tesi era Don Ellis - Oltre la terza corrente e il ritmo umano. La fusione eterna del suono nella orchestra elettrica con relatore Luciano Di Giandomenico e correlatori Guido Festinese e Paolo Silvestri
Piccola curiosità riguardo la tesi biennale: originariamente era di 342 pagine. Visto che erano tantine, ho tolto qualche paginetta per sfoltirla (l'ho presentata con 273 paginette...)
Don Ellis lo definisco come la mia seconda divinità ed è stata in grado di farmi scoprire il mondo dei tempi dispari e dell'inteso sperimentalismo elettronico applicato nel moderno linguaggio jazzistico.
La mia passione nel suono elettrico ha origine dall'ascolto dei clarinettisti dell'est (Bulgaria, Grecia, Romania) e dell'Africa settentrionale.
Sono rimasto molto affascinato dall'impronta folkloristica musicale dei diversi paesi e soprattutto dal timbro dei clarinettisti, ben diverso dall'impostazione occidentale.
Ciò che rende unico il loro timbro deriva dall'utilizzo del pickup. Un dispositivo innestato artigianalmente nel barilotto del clarinetto che consente di amplificare il suono, evitando di usare i microfoni dinamici (che spesso e frequentemente causano il fastidiosissimo effetto Larsen).
Dalla scoperta del pickup, la mia mente ha iniziato a viaggiare verso nuove ipotesi sonore.
In quel momento si è accesa la lampadina della sperimentazione!
Inizialmente sperimentavo con quel poco che avevo a disposizione (in particolare sfruttavo i VST preinstallati nelle Daw o .DLL gratuiti), ma ben presto mi sono ritrovato tra le mani vecchi Walkie Talkie, riproduttori di nastri magnetici (Gelosi Gelosini e Gelosetti, Magnetofoni Castelli, National etc.) e chi più ne ha più ne metta.
Da qui in poi è iniziato questo mio percorso sonoro assai naïf.
Piccola curiosità: fu grazie a Karlheinz Stockhausen nel suo Mantra che scoprì il modulatore ad anello (o ring modulator) e da quel giorno ho iniziato ad acquistare, come un accumulatore seriale, effetti analogici e digitali di tutti i tipi.
Da estratti di interviste o persone care:
Ode a chi ha il coraggio di sperimentare, a chi sa che il percorso é insidioso ma non si arrende, a chi ha le idee chiare e sa dove vuole arrivare, ma sa anche lasciarsi trasportare dalla corrente delle emozioni così da conoscere e scoprire, arricchendo il proprio cammino! ✨ Ascoltandoti, Mirko , a te, e alla tua musica!
Anna Patrone
[...]a Don Ellis, e, infine a Tony Scott. Questi ultimi due servono a introdurre il lavoro solistico di un giovane clarinettista ligure che di Ellis e delle sue "impossibili" divisioni metriche, e sopratutto di Tony Scott, padre irriverente e quasi inimitabile del clarinetto contemporaneo, ha il culto. Mirko Di Fraia alias Biccobà ha inserito un pick up nel barilotto del clarinetto e ha imparato a maneggiare con scaltrita destrezza delay e pedali per gli effetti, antichi nastri magnetici e tutta la panoplia di risorse offerte dalla tecnologia moderna. Al servizio, però, di uno spirito visionario [...] (per chi volesse leggere l'intera recensione clicca qui)
Guido Festinese - AUDIOReview N.437 (Recensione Supernova)
Esordire con un disco di questo tipo significa aver operato una scelta musicale ed estetica ben definita... ci troviamo di fronte a composizioni basate sul suono nobile del clarinetto (strumento peraltro molto popolare) immerso però in effetti di elettronica raffinati e ricercati [...] l'autore è stimolato dalle colonne sonore di Dario Argento ed ispirato dal lavoro di Tony Scott, uno fra i più grandi clarinettisti di tutti i tempi, precursore fra l'altro del genere new age... Nell'ascolto occorre tenere presente la mancanza di riferimenti strutturali armonico/melodici, e lasciarsi condurre dal grido, il sussurro, l'evocazione, l'affermazione del suono del clarinetto sospeso in questo sapiente e tecnologico "tappeto" elettronico [...] (per chi volesse leggere l'intera recensione clicca qui)
Roberto Celi - musicmap.it (Recensione Supernova)
Il clarinetto è l'astronave che consente a Biccobà, al secolo Mirko Di Fraia, di appodare all'album Supernova An Electrical Connection Between Planets , capolina di un viaggio meta/fisico nel Caos Cosmico fra pianeti e buchi neri che, dopo il risveglio da un lungo sonno, è divenuto musica. [...] Ac/cadono, come meteoriti, su zolle di jazz, frammenti da Bartók e Skrjabin, Stravinskij e Ravel, sotto un panorama stellare fatto di entità iperuraniche, sonorizzato da uno strumento solitario, il suo, a cui ha affidato il proprio anelito di pace e di speranza nella vita. (per chi volesse leggere l'intera recensione clicca qui)
Amedeo Furfaro - Musica News (Recensione Supernova)
[...] Il musicista genovese porta gli ascoltatori in un viaggio galattico attraverso emozionanti mondi di suono. Oltre al clarinetto fa uso di ausili elettronici che contribuiscono a rendere la musica - in un certo senso mistica. [...] (per chi volesse leggere l'intera recensione clicca qui)
Larivista.ch (Recensione Supernova)
Un po' di foto mie artistiche o con delle persone.
![]() Foto fatta da Stefano Bergamaschi nel 2021. |
![]() Foto fatta da Stefano Bergamaschi nel 2021. |
![]() Foto fatta nel 2021 dai manager del festival Poème électronique (Ksenja Laginja e Stefano Bertoli). |
![]() Foto fatta da Giulia Newnihal Scheller nel 2021. |
![]() Foto fatta da mio padre nel 2021. |
![]() Altra foto con Kununna. |
![]() Foto fatta da Stefano Bergamaschi nel 2021. |
![]() Foto fatta dai miei genitori nel giorno della mia laurea biennale (30 ottobre 2021). |
![]() Foto fatta da mia madre l'11 gennaio 2020 con il grande Dario Argento durante il Festival di Criminologia, a Genova |
![]() Altra foto con Dario Argento. |
![]() Foto fatta dai miei nel 2021. |
![]() Foto fatta da mia madre il 17 luglio 2021 con il grande polistrumentista israeliano Amir Gwirtzman, un altro importante punto d'ispirazione. |
![]() Foto fatta da Emanuele Cioncoloni il 9 luglio nello studio El Fish. |
![]() Altra foto in studio. Sono tutti i pedali che ho utilizzato. |
![]() Ho fatto la foto l'1 novembre 2019 con il grande trombonista Marcello Rosa, un musicista a me caro. |